![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaGVP64WbFctgRb9_MmjEYMTW7MQsh1I7NgQNUBn3SMWlvxynLBkxiRFBaFrMdcv9Z7dogE0th11PRMf__d9XvuoDANnOogjJW18asccaIiV9cdi7GypKIGDhTlDk75s_HnYurAJeWK0Y/s1600/220px-Marco_Aime.jpg)
Per gli occidentali appartiene allo spazio geografico, per i musulmani a quello religioso. Quasi dimenticata in epoca moderna, ha vissuto più del suo mito che non per la sua realtà, ma dall’inizio dell’ultimo decennio è tornata al centro delle nuove battaglie che arroventano il Sahara, tra jihadisti e truppe maligne e francesi.
Saprà Timbuctu resistere anche a questa guerra?
Evento collaterale a mostra Foroba Yelen. Notti di luce in Mali, a cura di Matteo Ferroni, esposta fino all'8 aprile.
Marco Aime (Torino, 1956) insegna Antropologia culturale presso l’Università di Genova. Ha condotto ricerche sulle Alpi e in Africa occidentale. Tra i suoi lavori ricordiamo: Le radici nella sabbia (EDT, 1999); Diario dogon (Bollati Boringhieri, 2000); Timbuctu (Bollati Boringhieri, 2008); Gli uccelli della solitudine (Bollati Boringhieri, 2010),
--
Nessun commento :
Posta un commento