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Con le parole Foroba Yelen, in lingua bambara, viene tradotta l’idea di base del lampione mobile progettato dall’architetto Matteo Ferroni: luce comunitaria, luce condivisa, in una civiltà che vive sotto il chiaro di luna e al bagliore delle torce elettriche. Mentre la luna misura il tempo religioso e la torcia elettrica agisce sullo spazio, l’ombra dell’albero agisce sulla persona trasformando l’individuo in membro della comunità. La sfida su cui si è basata l’ideazione del lampione è stata creare unione fra l’oggetto, la cultura e la natura, sottolineando la luce come fenomeno culturale piuttosto che tecnologico.
I lampioni sono diventati oggetti gestiti collettivamente dal villaggio come risposta alle soluzioni convenzionali di illuminazione fissa pubblica: da una vecchia bicicletta, una teiera in alluminio ed una batteria di moto, è stato creato un lampione portatile che fosse un utensile comunitario al servizio dell’educazione, del lavoro e delle manifestazioni religiose.
La mostra è stata allestita in collaborazione con l'Accademia Ligustica di Belle Arti e i volontari del Servizio Civile Nazionale del progetto #cultura#giovaniidee, e si è arricchita dei racconti di Alassane Sangare di Bougouni e Issiaka Ly di Kamalé, con l’obiettivo di restituire e comunicare gli ambienti, i contesti, le attività e le relazioni dei villaggi in cui viene ora usata la lampada, premiata dalla Città di Barcellona, pubblicata dal MoMA ed esposta permanentemente alla Biosfera di Montreal.
Per informazioni : tel 0102723820 -
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